www.flickr.com
Elementi di Mountain Photo Festival Vai all'album Flickr di Mountain Photo Festival

lunedì 27 settembre 2010

MPF 2010 - Sezione young - "Artist in residence 2009"

Mostra collettiva a cura di Luca Andreoni, realizzata grazie al sostegno della Fondazione CRT ed alla collaborazione della Cittadella dei giovani di Aosta (17-26 settembre 2010).

Si propone qui di seguito il testo curatoriale di Luca Andreoni


Il "caso" Cervinia è uno dei più interessanti del panorama alpino. Nata e cresciuta da una spinta tutta turistica e urbana, ha incorporato in sé già fin dagli anni Trenta molte delle caratteristiche e delle contraddizioni che oggi interessano tutto l'arco alpino. L'urbanizzazione ex novo di un luogo mai abitato prima, le architetture moderne, gli impianti di sci, il fenomeno delle seconde case, lo spopolamento del 'fuori stagione', la montagna come parco di divertimenti o come sfondo iconico, il distacco radicale dalle abitudini della vita valligiana... con molti altri, questi sono temi per i quali Cervinia da decenni rappresenta una sorta di laboratorio nel quale seguire direttamente le evoluzioni e gli scarti di questi fenomeni. E se forse è eccessivo citare quanto ebbe a dire Le Corbusier di New York, quando la definì "una catastrofe al rallentatore", non c'è dubbio che oggi sia sempre più necessario rivolgere uno sguardo attento e aggiornato a questi fenomeni, per imparare da essi e per immaginarne i futuri possibili.

Un gruppo di giovani talenti, selezionati da alcune delle migliori scuole di fotografia italiane, ha posato il proprio sguardo proprio su Cervinia, all'interno di un progetto che assegna loro un anno di tempo per realizzare liberamente una ricerca personale, basata sugli stimoli e le riflessioni maturati durante una prima settimana di residenza a Cervinia. I risultati di tanto lavoro dimostrano - con freschezza di sguardo e grande libertà espressiva - che Cervinia è luogo di grande fascino anche per i più giovani, e che la sua complessità è fonte di stimoli narrativi mai banali.

Nel lavoro di Francesca Catastini l'apparente rappresentazione romantica del paesaggio viene turbata da un intervento digitale tanto sottile quanto ironico e aggressivo: rimuovendo dai paesaggi quasi ogni traccia degli interventi umani, siano questi sul Plateau Rosa o nella piana stessa dove sorge Cervinia, ci viene consegnata una sorta di grado zero della situazione, che allude anche a nuove possibilità di trasformazione oltre che della memoria di una condizione del passato.

La presenza turistica viene mostrata da Michele Coppari in modo sferzante, addirittura accoppiandola ad un parallelo lavoro di ritratto realizzato nello stesso periodo sulle spiaggie italiane, quasi a dimostrare l'odierna intercambiabilità dei luoghi di svago per una platea turistica sempre più veloce e globalizzata, che spesso ha una percezione stravolta dei luoghi che visita.

Con grande sensibilità Giuseppe Fanizza si è mosso in Cervinia in luoghi spesso ambiguamente a cavallo tra l'essere interni ed esterni, e che testimoniano l'essenza urbana di Cervinia. Sono punti non esenti da inquietudini, quasi possibili location per gli eventi di un noir americano, sospesi e vuoti, in attesa.

Maria Aurelia Lattaruli si è occupata del fenomeno delle seconde case, esploso negli anni Sessanta e Settanta, oggi in profonda crisi, utilizzando dei frammenti di un campione rappresentativo: un appartamento nel quale ha individuato, con grande precisione e silenzio, le tracce di un'attitudine all'abitare la 'casa di vacanza' tipica di quegli anni.

Il lavoro di Giovanni Scotti rappresenta le parti nascoste di una attività cruciale per Cervinia, quello dei grandi impianti delle funivie. Scotti ci mostra quello che le migliaia di sciatori non possono vedere, ossia la tecnologia avanzata che controlla il funzionamento di questi impianti. E ce lo mostra in modo assolutamente iperrealistico, usando anch'egli una tecnologia moderna, quella del 3D, che paradossalmente si riallaccia però a tanta fotografia dell'Ottocento, che con la stereoscopia aveva contribuito proprio alla massificazione del linguaggio fotografico.

Giulia Ticozzi si è mossa, con due diversi lavori, su due piani profondamente diversi: l'uno, basato sulla delicatezza delle proprie sensazioni interiori, espone raffinate campiture cromatiche, che alludono alle sensazioni e alla matericità del paesaggio; l'altro, "Cervino mon amour", totalmente aperto all'esterno, utilizza il Web per formarsi autonomamente, quasi a prescindere dall'autore, che si limita a fornire le linee guida di un blog che invita tutti a inviare immagini 'trovate' della grande icona che sovrasta Cervinia - appunto, il Cervino.

I residenti di Cervinia, in particolare le donne, sono il soggetto del lavoro di Vanessa Vettorello, che con sensibilità e attenzione ha avvicinato alcune delle poche persone che risiedono stabilmente a Cervinia - non più di ottocento, a fronte di una popolazione di quasi ventimila persone nei momenti clou della stagione. Con curiosità sociologica ed evidente empatia Vettorello ci indica al tempo stesso un problema e la sua soluzione, perché spesso oggi sono proprio le donne a saperci indicare i punti cruciali dove si incrociano le permanenze e le evoluzioni, quei punti insomma dove si disegna il futuro.

Nessun commento: